Barbara Strozzi: la donna, e musicista, più intraprendente del Seicento

Come combinare insieme intelligenza, intraprendenza, talento e coraggio da vendere? Risposta: Barbara Strozzi

Se sei una musicista del Seicento, e vuoi fare carriera, hai due possibilità davanti: o lasci perdere, o diventi un concentrato di forza di volontà e talento al pari del tuo collega per molto tempo ben più famoso di te, Claudio Monteverdi.

La vita infatti per le donne, e in particolar modo per le musiciste, non è mai stata molto semplice. I motivi sono poi sempre gli stessi: come fai ad affermarti artisticamente, se il mondo crede che il tuo ruolo si esaurisca esclusivamente nel mettere al mondo quattro figli?

Barbara Strozzi ci è riuscita: si affermò, fece parlare di sè e scrisse innumerevoli opere che ancora oggi stiamo scoprendo nella sua modernità. Uno stile sviluppato a partire dalle nuove teorie compositive del suo tempo, che lei ha saputo reinterpretare, rendendole un suo linguaggio originale.

Un ritratto di Giulio Strozzi

Chi è Barbara Strozzi

Barbara Strozzi nacque a Venezia nel 1619, figlia adottiva di Giulio Strozzi, avvocato, poeta, appassionato di musica e membro di una delle famiglie più in vista di Firenze. Giulio la crebbe come una figlia, e grazie a lui ebbe la possibilità di crescere frequentando ambienti intellettualmente e musicalmente stimolanti (ebbe la possibilità di studiare persino con Francesco Cavalli). Giulio infatti a Venezia si unì all’Accademia degli Incogniti e nel 1637 fondò in prima persona l’Accademia degli Unisoni. Presto proprio la figlia Barbara divenne protagonista musicale di quegli ambienti.

Una personalità difficile da definire

E’ molto probabile che la prima immagine che ci salta agli occhi di Barbara Strozzi sia un dipinto che la ritrae in modo piuttosto discinto, accompagnata dalla sua viola da gamba. L’autore è il pittore, ed ex frate Bernardo Strozzi (che non fu suo parente), che voleva ritrarne la fecondità, sia artistica che di madre. In realtà diede adito a varie dicerie sulla sua attività di cortigiana.

La Strozzi era tuttavia un personaggio affascinante anche allora, e le vennero dedicate numerose pubblicazioni, come Le veglie de’ Signori Unisoni, o la lusinghiera definizione di “viruosissima cantatrice“, datale dall’organista Nicolò Fontei.

D’altra parte la sua produzione musicale fu spropositata, contando ben otto libri dati alle stampe, per un totale di 125 brani. Dobbiamo poi aggiungere che ebbe quattro figli, e che si mantenne da sola. Venezia all’epoca permetteva in parte una maggiore libertà alle donne, rispetto ad altre parti d’Italia, tra cui la possibilità di ereditare.

L’artista che si è fatta ricordare

Oggi è difficile parlare di musica barocca senza trattare questa meravigliosa artista, e anche noi abbiamo deciso di valorizzarla attraverso un concerto e un cd. Tuttavia Barbara Strozzi morì in povertà a Padova nel 1677, segno che anche allora il talento spesso non era riconosciuto.

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